Venezia - L’isola di Santo Spirito è in vendita per 9 milioni di euro (più Iva). L’asta per le “offerte irrevocabili d’acquisto” è già aperta e gli eventuali acquirenti hanno tempo fino al 25 giugno per farsi avanti. È apparsa sul mercato dopo che, per qualche anno, si era discusso di un suo recupero a destinazione residenziale. Uno dei capitoli recenti dell’isolotto ampio poco meno di 24 mila metri quadrati e che affonda le sue radici nel dodicesimo secolo. A Santo Spirito hanno vissuto religiosi fino a che Napoleone, depredando chiesa e monastero, diede l’isola alla Marina e ne fece un presidio militare.
Durante la seconda guerra mondiale è diventata una polveriera per poi finire abbandonata ma non dimenticata. Il mandato per la vendita di questo fazzoletto di terra nel cuore della laguna di Venezia è in mano alla Quimmo Agency di Faenza per conto della Poveglia Srl, la società padovana in liquidazione volontaria che tra il 2002 e il 2003 aveva comperato per 350 mila euro l’isola dal Demanio militare. Il primo tentativo di cessione (non andato in porto) risale al 2011, quando il gruppo di imprenditori patavini si era affidato alla Colliers International. Allora le destinazioni d’uso ammesse erano il residenziale, il ricettivo, l’alberghiero e il direzionale. Sul piatto c’era quindi anche l’ipotesi di trasformare il lotto in un prestigioso albergo dopo un intervento di consolidamento su ciò che restava del vecchio convento.
Nel 2014, il Piano di recupero per cui la società padovana ha ricevuto il nulla osta dal Comune di Venezia ha aperto la possibilità di realizzare sull’isola un complesso residenziale con l’insediamento di quasi 150 persone. Opportunità che, dopo dieci anni, è compresa nell’attuale offerta di vendita. Era prevista la ristrutturazione di un bunker, la ricostruzione degli edifici preottocenteschi per 3.477 metri quadri, il restauro dei sei edifici rimasti e altri interventi minori tra cui la realizzazione di un ascensore e la rimessa a nuovo di quattro postazioni contraeree. L’annuncio ora online fa inoltre riferimento alla costruzione di “reti tecnologiche, percorsi e approdi sia per la parte privata sia per quella pubblica. Infine, il Piano di Assetto del Territorio prevede la creazione di una darsena per i futuri abitanti dell’isola”.
All’isola di Santo Spirito si deve il nome del lungo canale che la costeggia. Le attestazioni più antiche che la riguardano risalgono al 1140, quando vi ebbero sede i Canonici Regolari. Nel 1380 i monaci furono cacciati dall'isola dove arrivarono i Cistercensi e, meno di un secolo dopo, fu la volta degli Eremitani, nel 1430. Loro ricostruirono la chiesa su progetto del Sansovino, impreziosendola con tele di Palma il Vecchio e di Tiziano. Quando nel 1656 il Papa Alessandro VII soppresse l'ordine degli Eremitani, e vendette i beni per un milione di ducati, tutte le opere d'arte furono trasportate alla Salute, e Santo Spirito finì per ospitare i nunzi apostolici e gli ambasciatori in visita. In seguito Venezia perse Candia (Creta) e sull’isola approdò una congregazione di frati fuggiti dalla guerra, al sicuro finché l'isola passò ai francesi. Poi il declino e l’abbandono a cui oggi la Poveglia Srl tenta nuovamente di dare una svolta.