Palermo - Il comandante del Bayesian James Cutfield è il primo indagato della Procura di Termini Imerese per il naufragio nel quale hanno perso la vita sette persone il 19 agosto scorso. L'ipotesi di accusa è naufragio e omicidio colposi. Il 51enne è stato interrogato più volte dagli inquirenti, che stanno cercando di ricostruire la dinamica dei fatti. Cosa è andato storto in quei 16 minuti fatali, che hanno portato all'affondamento del veliero «inaffondabile»? Al vaglio anche le posizioni degli altri membri dell'equipaggio, quasi tutti in salvo, a eccezione del cuoco. Nell'interrogatorio di oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'interrogatorio è iniziato alle ore 15 ed è terminato dopo che i pm hanno letto i capi di imputazione al comandante della barca a vela affondata lunedì scorso, 19 agosto. «Il capitano Cutfield si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai pm per due fondamentali ragioni: intanto perché, come è agevole comprendere, è davvero molto provato. La seconda ragione è che noi siamo stati nominati appena ieri e per articolare una linea difensiva compiuta, completa e corretta, abbiamo bisogno di acquisire una serie di dati di cui allo stato non disponiamo». Lo ha detto l'avvocato Giovanni Rizzuti, che con l'avvocato Aldo Mordiglia difende il capitano.
Ovviamente, il comandante è sempre il primo a finire al centro delle indagini in questi casi. La Procura ha messo in fila una serie di errori che potrebbe aver commesso il neozelandese. «Un nuovo Schettino», scrive La Stampa. Cutfield non è riuscito a evitare il naufragio, ha lanciato l’allarme in ritardo, non ha fatto quello che doveva fare per salvare il maggior numero di passeggeri possibile e si è allontanato dal veliero che affondava mentre mancavano all’appello sei ospiti su dodici e il cuoco. Oggi ci sarà un nuovo interrogatorio per il comandante, che per la prima volta parlerà come indagato.
Oltre al comandate James Cutfield, iscritto nel registro degli indagati per omicidio plurimo colposo dopo essere stato sentito due volte dagli inquirenti, altri componenti dell'equipaggio potrebbero essere indagati dalla Procura di Termini Imerese, guidata da Ambrogio Cartosio, che sta conducendo l'inchiesta sul naufragio del veliero britannico, affondato una settimana fa davanti alla costa di Porticello (Palermo) mentre nella zona imperversava una violenta tromba d'aria.
Primo tra tutti il primo ufficiale Tijs Koopman, tanto che sarebbero già stati notificati altri atti. Un atto dovuto per dare agli indagati la possibilità di nominare consulenti e periti per partecipare agli atti irrepetibili, a partire dalle autopsie delle sette vittime: sei passeggeri tra cui il tycoon Mike Lynch e la figlia Hannah di 18 anni, e il cuoco Thomas Recaldo, 59 anni di Antigua, che faceva parte dello staff.
Quindici invece i sopravvissuti, nove membri dell'equipaggio e dei passeggeri tra cui Angela Barcares, moglie del magnate britannico morto con la figlia e titolare della società cui sarebbe intestato lo yacht. Ieri i magistrati hanno interrogato tutti i membri dell'equipaggio col supporto di un interprete, sono state riempite decine e decine di pagine di verbali scritti in inglese che devono essere tradotti in italiano e che dovranno arrivare sulle scrivanie dei pm entro trenta giorni. Buona parte dell'equipaggio a questo punto potrebbe lasciare l'hotel Domina-Zagarella di Santa Flavia (Palermo), dove alloggia dal giorno della tragedia, tra oggi e domani: tra loro anche le tre giovani hostess di bordo Sasha Murray, capo hostess di 29 anni (Irlanda); Katja Chichen, hostess junior di 23 anni (Germania) e Leah Randall, terza hostess di 19 anni (Sudafrica).
Ancora qualche giorno di permanenza in più nella struttura, invece per il comandante Cutfield e il primo ufficiale Tijs Koopmans perché potrebbero nuovamente essere riascoltati dagli inquirenti che stanno raccogliendo gli elementi per chiarire cosa sia accaduto con esattezza al veliero e se siano stati commessi errori da parte dell'equipaggio, che sarebbe stato colto di sorpresa dalla tempesta. L'iscrizione nel registro degli indagati è propedeutica al conferimento degli incarichi della Procura per le autopsie sui cadaveri delle sette vittime, che saranno eseguite dagli esperti dell'istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo non appena i magistrati daranno il via libera. Proprio su indicazione dei pm, inoltre, i sub della guardia costiera nella mattinata sono tornati in azione nella zona dove è affondato il veliero, a mezzo miglio dalla costa. Stanno eseguendo alcune verifiche richieste dalla Procura e stanno monitorando eventuali sversamenti di idrocarburi, al momento però non si registrano perdite di carburante; il veliero ne conteneva nei serbatoi 18 mila litri.