Palermo - James Cutfield, il capitano del Bayesian che ora è indagato per naufragio e omicidio plurimo, viene descritto come un uomo «abbattuto e depresso» da chi lo ha visto all'interno dell'Hotel Domina Zagarella, che ospita tutti i membri dell'equipaggio. Dovrà dare tante risposte agli inquirenti che cercano di far luce sulla morte dei sette passeggeri (sei passeggeri sui 12 presenti e un membro dell'equipaggio su dieci).
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È originario della Nuova Zelanda, non a caso terra di grandi velisti e paese detentore dell'America's Cup. Per lui il mare non è stata solo una grande passione ma la sua stessa ragione di vita. Uno skipper esperto, che ha lavorato per anni a bordo di grandi imbarcazioni e che conosce bene il Mediterraneo. È questo il ritratto di James Cutfield, 51 anni. Era lui al comando del veliero da 56 metri, uno dei più grandi al mondo. Davanti ai pm ha dovuto non solo ricostruire i momenti terribili del naufragio ma anche provare a spiegare come sia stato possibile che quello yacht, con sistemi tecnologici d'avanguardia e considerato praticamente inaffondabile, sia colato a picco nel giro di un sedici minuti.
È indagato ufficialmente per naufragio e omicidio plurimo colposi James Cutfield, 50 anni, il comandante neozelandese del Bayesian, il veliero affondato una settimana fa a Porticello nel palermitano in cui sono morte sette persone. I magistrati della Procura di Termini Imerese lo hanno ascoltato ieri pomeriggio per la seconda volta a distanza di una settimana. Nel corso di due ore il comandante ha risposto sulla posizione della deriva, sul portellone aperto e su quando è scattato l'allarme dopo il peggioramento delle condizioni meteo. Sono stati ricostruiti anche i circa 32 minuti trascorsi da quando il veliero ha iniziato ad imbarcare acqua allo sparo del razzo avvenuto alle 4.38 come ha ricordato il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio durante la conferenza stampa di sabato. L'iscrizione nel registro degli indagati al momento del solo comandante è propedeutica al conferimento degli incarichi della procura per le autopsie che saranno eseguite dai medici dell'istituto di medicina legale del Policlinico sulle sette vittime.
James Cutfield è uno skipper molto conosciuto e stimato, tanto da lavorare per conto di grandi broker internazionali della nautica che gestiscono crociere di lusso nel Mediterraneo. Prima di essere ingaggiato dal magnate della tecnologia britannico Mike Lynch come comandante della Bayesian, aveva lavorato per un miliardario turco. Anche i media neozelandesi, il paese del comandante, si sono occupati ampiamente del naufragio della Bayesian. Il «NzHerald», in particolare, ha intervistato il fratello di Cutfield, Mark, il quale ha confermato che da circa otto anni lo skipper è ormai al comando di barche di lusso.
Ieri il nuovo interrogatorio del comandante del veliero di lusso Bayesian, il neozelandese James Cutfield, da parte della Procura di Termini Imerese che indaga sul naufragio dell'imbarcazione a Porticello che ha provocato 7 vittime su 22 persone a bordo. Le questioni che il pm ha voluto chiarire con il capitano sono in relazione alle testimonianze degli ospiti del natante e dei membri dell'equipaggio, anche dopo aver acquisito le immagini del robot subacqueo inviato sul fondale dove giace il Bayesian dopo il naufragio.
Tra le domande poste a Cutfield ci sarà quella relativa ai portelloni laterali (erano chiusi o aperti?) e alla posizione della deriva. Le autopsie sui cadaveri delle vittime dovrebbero cominciare la prossima settimana, l'ipotesi è reato di naufragio e omicidio colposo. Gli esami sono irripetibili quindi gli eventuali indagati dovranno nominare consulenti di parte. Tra gli indagati ci saranno quasi certamente tutti i responsabili della navigazione, il comandante, forse il suo vice e l'uomo che era in plancia quando si è scatenato il temporale e il downburst. La questione dei portelloni e della deriva sono fondamentali per l'inchiesta perché la barca era considerata inaffondabile e soltanto imbarcando tonnellate di acqua poteva inabissarsi da poppa dicono gli esperti, come Franco Romani dell'ufficio progetti di Perini Navi, secondo cui il Bayesian faceva parte della serie dei 56 metri di Perini: «Dieci barche in tutto, una linea dunque più che consolidata». «Barche che possono fare qualsiasi cosa - dice - La mia personale interpretazione è che abbiano lasciato aperto il portellone laterale. Se chiudi tutto, l'acqua non entra: in condizioni estreme, la barca può rollare quanto vuole, ma non va a fondo. Per questo credo che sia rimasto aperto il portellone di fianco, quello che si usa per uscire col tender e le immersioni. C'è un margine di 60 centimetri: quando la barca ha sbandato, sono entrate tonnellate d'acqua che hanno finito per invadere la sala macchine, se, come penso, pure quella è stata lasciata aperta - aggiunge - E non c'è stato più nulla da fare». Un'altra domanda che gli inquirenti dovranno porre è la posizione di tutti quelli che erano a bordo: come mai su 10 componenti l'equipaggio solo uno è deceduto mentre dei 12 passeggeri ne sono morti sei? L'equipaggio era già sul ponte consapevole della bufera e non ha dato l'allarme a chi invece dormiva ancora nella propria cabina? I nove componenti l'equipaggio sono ancora nell'hotel Domina-Zagarella a Santa Flavia (Palermo) che è sempre blindato e off limits ai giornalisti. C'è un via vai di automobili della polizia di Stato e della Capitaneria di porto. I responsabili dell'albergo non hanno ricevuto indicazioni sulla permanenza dei nove dopo che ieri i sei passeggeri del Bayesian, compresa la proprietaria ufficiale Angela Barcares, moglie del tycoon Mike Lynch e madre di Hannah entrambi morti nel naufragio, hanno lasciato lo Zagarella per imbarcarsi su un jet privato e raggiungere Londra. Nel tratto di mare di fronte Porticello dove è affondata l'imbarcazione non vi sono natanti se non una barca della Capitaneria perchè la zona è interdetta alla navigazione. Porticello è tornato alla normalità dopo che forze dell'ordine, Capitaneria e volontari hanno terminato le operazioni di recupero dei corpi delle vittime lasciando liberi strade e molo.
E in serata si è svolto un momento di preghiera sul lungomare di Porticello in memoria delle sette vittime, con tutte le forze dell'ordine impegnate nelle operazioni di soccorso e recupero dei morti. A celebrare il momento di preghiera don Vincenzo Buscemi il parroco della chiesa Madonna del Lume di Porticello e don Giovanni Pipia parroco della basilica di Solunto, a Santa Flavia. Le vittime del naufragio sono state Recaldo Thomas, cuoco di bordo; Jonathan Bloomer, presidente della Morgan Stanley International; sua moglie Anne Elizabeth Judith Bloomer; l'imprenditore britannico Mike Lynch; la figlia Hannah Lynch; il legale di Lynch Chris Morvillo e sua moglie Neda