Se per consumare una cena in un ristorante, un cappuccino al bar, entrare in palestra, fare nuoto, entrare a Gardaland o Mirabilandia, giocare a bocce nei circoli per anziani, viaggiare, andare a scuola e all’università, serve il Green Pass, allora anche in Chiesa i fedeli devono poter dimostrare di aver il certificato verde per assistere alle funzioni.
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Non capiamo perché gli invitati a un matrimonio devono poter esibire il Green pass in sala ricevimento e invece, in chiesa, no.
È solo un esempio di un corto circuito che non mette in sicurezza il paese, lungi da noi il solo pensiero di volere mettere in discussione sacramenti, religione e devozioni varie.
Ma la tutela del cittadino, davanti all’altare di tutti i sacramenti, viene meno. Il dato è tratto. Il punto è questo.
Così come nei supermercati. Perché non possiamo andare in discoteca e invece stare 2 ore a fare la spesa tra scaffali e offerte dei market, assieme a mille altre persone in contemporanea, invece sì?
Il vaccino non deve essere obbligatorio, nel rispetto delle libertà individuali di quel 20/30% della popolazione che ne è ancora sprovvisto. Ma il Green Pass dev’essere la regola.
Punto.