Pozzallo - Ci conoscevamo da tempo: la nostra era un’amicizia reciproca ed empatica, al fondo di un incrocio di comuni caratteri aperti e spigolosi. Magari su diverse questioni sviluppavamo percorsi differenti con approdi talvolta in contrasto, come nel caso delle dispute politiche, io da socialista, lui da democristiano. Spesso siamo stati dalla stessa parte della barricata, specialmente nelle occasioni in cui bisognava far valere ragioni motivate e sopraffazioni di potere da contrastare. Di lui mi ha colpito, oltre una forte determinazione, la genuina generosità nei miei confronti, che, quasi da subito, ha contribuito a rinsaldare il nostro rapporto.
Come accade quasi sempre a quelli che sono portatori di capacità intellettuali e di vivace personalità, Michele si è distinto, durante la sua esistenza, per essere stato divisivo quando serviva e oltremodo perspicace, quando serviva ai valori sociali della comunità cittadina, a cui teneva in modo particolare. La sua opera di giornalista e scrittore ha accompagnato e caratterizzato l’evolversi sociale, culturale e politico di Pozzallo in cosi tanti decenni, che se si volesse farne una cronaca e una rilettura socioculturale, non si potrebbe fare a meno di richiamare Michele fra i pochissimi protagonisti.
Di lui mi rimane il ricordo di un amico senza aggettivi, perché, per quanto mi riguarda, li compendia tutti e credo che alla città mancherà una voce inimitabile, efficace e mai doma nella difesa di valori e convinzioni che guardano al miglioramento dei tempi a venire.