Nicosia, Enna - La statua era finita all'asta a Firenze, ma alcuni appassionati d'arte siciliani hanno fatto la migliore offerta.
Ha il volto dl una ragazzina, lo sguardo assorto e un bastone nella mano destra, con il quale sta per battere il demonio con le fattezze del un vecchio barbuto. Accovacciato sotto la gamba sinistra, quasi a cercare riparo sotto il suo l'alato, un bambino invoca la sua protezione. L'iconografia è quella classica di una Madonna del soccorso, una madre di Dio il cui culto risale ai primi anni del XIV secolo, quando a Palermo un monaco agostiniano, salvato da morte certa, si impegnò a diffondere la notizia del miracolo.
Ha viaggiato tanto questa statua realizzata da Gabriele di Battista Bregno (Como, 1430/40 circa - Palermo, 13 marzo 1505), scultore comasco arrivato in Sicilia e qui diventato famoso dopo aver frequentato la bottega di Domenico Gagini (Bissone, Svizzera, 1420 circa -Palermo, 29 settembre 1492). Su e giù Sicilia-Toscana. E ora, partita da Firenze, è appena rientrata a Nicosia, la cittadina in provincia di Enna per la quale, agli inizi del Cinquecento, quest’opera fu commissionata all'artista. A pagarne l’esecuzione fu un notabile del posto, il barone Vincenzo Lavia, raffigurato sul basamento mentre prega insieme alla moglie sopra un'incisione che porta il suo nome. L’opera, uno splendido esemplare arte rinascimentale siciliana, è in ottimo stato e prima dell'estate sarà esposta nell'atrio del Municipio.
A volere questo viaggio a ritroso verso le origini sono stati Giovanni Turchi, storico antiquario fiorentino scomparso in gennaio, e un gruppo di appassionati di storia dell'arte guidati dall'avvocato Giuliano Cantaro.
Quella Madonna, rimasta nel monastero benedettino, per cui era stata commissionata fino al 1866, passata poi a un collezionista palermitano e dunque finita nelle mani dell'antiquario, ha compiuto il suo giro. Per Turchi, che l'aveva proposta in asta, restituirla al suo luogo d'origine è stato come vedere esaudito un suo ultimo desiderio. L'avvocato Cantaro, appresa la notizia dell'asta, ha chiesto alla Regione siciliana prima di apporre il vincolo e poi di acquistarla. Detto fatto, al prezzo di 50 mila euro.