Attualità Ragusa

La Torre di Piazza Libertà nera, di pece

Un restauro che nessuno nota



Rgusa - Quanto possiamo essere strani noi ragusani è dato da mille possibili esempi. Ne faccio solo uno, recente e sintomatico. Quando – e adesso sono forse tre o quattro anni – si decise di ripulire la facciata del Duomo di San Giorgio In Ibla, si gridò allo scandalo per il fatto che tutte le parti costruite (nel 1700) in roccia bituminosa (che noi chiamiamo in italiano asfalto e in dialetto “petra pici”) una volta pulite divennero, da grigio-biancastre che erano (ed erano state per secoli) di un bel nero matto. Ovvero il colore originario della roccia calcarea impregnata di bitume. Migliaia di ragusani, compresi alcuni dotti maitre a penser, sentenziarono che quel nero era un abuso. Dimenticavano, purtroppo (ed è grave se si è ragusani), che quel nero era ed è il colore dell’asfalto, scelto da Rosario Gagliardi d’accordo con i capi della parrocchia iblea al momento di edificare il grandioso tempio cattolico. E dimenticavano anche che quella stessa pietra, lavorata, dopo qualche anno si ossida superficialmente e diventa grigia, per meri e spiegabilissimi motivi di ordine geo-minerario. La roccia, appena ripulita, con o senza l’uso di solventi o anche solo di olio, torna il nero originario per poi riprendere il giro: due o al massimo tre anni di nero e poi ritorna il grigio. In quella occasione le polemiche si placarono solo quando, giunta l’estate, la pietra divenne grigia, com’è adesso, ma nel frattempo altre diatribe, altre liti, altre presentazioni, altre inaugurazioni incombevano, e al diavolo la pietra asfaltica.

Adesso, ed ecco la stranezza che si indicava in apertura, è accaduto qualcosa di simile, anzi identico: dopo i lavori di pulizia e lo smontaggio della impalcatura, la maestosa Torre di Piazza Libertà appare così com’era nel 1937 al momento della inaugurazione: nera, di pece.

Eppure nessuno ha mosso un dito, ha aperto bocca, ha scritto un rigo. Poco male, anzi bene. La Torre sarà nera com’era ab origine e lo sarà per un anno, un anno e mezzo. Poi tornerà grigia. Tranne l’aquila ad ali spiegate, simbolo araldico della Città e della Provincia (anche se Saro Crocetta la pensa diversamente)


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