Attualità Santa Croce Camerina

Lo scandalo della spiaggia Caucana Casuzze

E del “ripascimento morbido”

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Santa Croce Camerina - Ho atteso settembre e la fine dell’estate (che da queste parti, ormai da un decennio, coincide con la omonima festa che si svolge tra cinquantamila a Marina di Ragusa). Ho atteso la fine della stagione estiva – e necessariamente balneare, almeno per la gran parte di noi – per tornare a parlare di uno scandalo. Quello della spiaggia di Caucana-Casuzze è un vero e proprio scandalo. E il fatto che non se ne parli più non ne riduce la portata.

È stato uno scandaloso errore voler ricreare la citata spiaggia col metodo del “ripascimento morbido”. È stato un errore enorme, pagato caro dalla collettività e invece del tutto perdonato a chi l’errore lo ha commesso. Non sono un tecnico, non capisco nulla di maree e di depositi, di sabbia di fondale e di barriere sopra e sotto flutto. Quello che so, io e migliaia e migliaia di indigeni e foresti, è che passeggiare sulla spiaggia un tempo bellissima di Caucana e Casuzze è diventato ormai un tormento, a causa di quella infinita distesa di brecciolino finissimo che graffia le piante dei piedi e le mani dei bimbi che ancora si ostinato a voler far i castelli di sabbia.

Il danno è stato enorme, dicevamo. La spiaggia si sarà anche allargata (ma solo in alcuni punti), a costo di rovinarla, forse definitivamente. Infatti io ricordo ancora perfettamente le interviste rilasciate ora sono due o tre anni dal sindaco di Santa Croce, il buon Lucio Schembari che, del tutto esente da colpe che sono da addebitare alla Provincia Regionale, ha però voluto calmare le acque (mai riferimento è stato più opportuno) spiegando che in tempi ragionevoli quella massa di pietruzze bianche sarebbe stata fagocitata dal mare. Per il momento è avvenuto l’esatto contrario: le tonnellate e tonnellate di brecciolino hanno non soltanto invaso l’intera spiaggia, ma causa correnti e onde hanno trovato posto anche nelle spiagge ad Est di Caucana, appunto le spiagge di Casuzze.

Poiché siamo tradizionalmente un popolo cattolico e pronto al perdono (e meno male), non ci interessa in questa sede individuare i colpevoli di questo disastro ambientale (il fatto che non si sia versato del petrolio non significa che si debba usare un termine diverso, è e rimane un disastro). Certo, rimarrebbe auspicabile una approfondita indagine da parte della Procura (ma non possiamo escludere che i magistrati abbiano già fatto le loro mosse e nulla riscontrato, o siano attualmente impegnati in una indagine); ma oggi e su queste pagine a noi interessa lanciare un appello per intervenire, anche in termini non definitivi e risolutivi. Si potrebbe, infatti, approfittare del bel tempo e della scarsissima frequentazione della spiaggia per rimuovere le tonnellate di brecciolino che il mare ha accumulato a metri dalla battigia.


Quelle pietre sono a cumuli, pronte per essere rimosse, con un impegno, in termini economici e tecnici che da profani in materia riteniamo comunque non impossibile da affrontare. In tal maniera si potrebbe migliorare l’aspetto e la fruizione della lunghissima e un tempo bellissima spiaggia. In attesa delle mareggiate invernali che potrebbero darci una mano, involontaria quanto auspicabile.


Quanto l’uomo (ingegneri, grandi scienziati, amministratori poco attenti) ha distrutto la natura potrebbe, benigna, ricomporre.


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