Cronaca Sciacca

È morta la viticoltura, trattori bloccano la Palermo-Sciacca

Qualcuno ha deciso di manifestare anche in un modo alternativo, portando sul posto un carretto con a bordo una bara

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/20-01-2024/morta-la-viticoltura-trattori-bloccano-la-palermo-sciacca-500.jpg È morta la viticoltura, trattori bloccano la Palermo-Sciacca


Un lungo serpentone di trattori lungo la statale Palermo-Sciacca. In testa un’auto con una bara al seguito per celebrare la morte della viticultura come campeggiava in un cartello. Il corteo di agricoltori e allevatori ha percorso alcuni chilometri sulla statale per protestare contro i mancati interventi nazionali e regionali nel settore.

Prossimo appuntamento sarà lunedì con un presidio davanti la prefettura di Palermo. «Gli agricoltori e gli allevatori si stanno organizzando per dare vita a numerosi presidi in tutta la Sicilia – dicono i manifestanti – I costi produttivi, ormai schizzati alle stelle, hanno messo in ginocchio l’intero settore, a fronte di un prezzo di vendita dei prodotti finiti che, nella gran parte dei casi, non permette di rientrare dell’investimento iniziale». 

«Le politiche europee e nazionali rischiano di portare alla morte dell’agricoltura e dell’allevamento in Sicilia – continuano – con la conseguente perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, e l’emigrazione di tanti, troppi siciliani all’estero. La mobilitazione degli agricoltori e allevatori è iniziata e non accenna ad arrestarsi». 

Qualcuno ha deciso di manifestare anche in un modo alternativo, portando sul posto un carretto con a bordo una bara. Sul mezzo è stato attaccato un cartello con scritto “Partito Agricolo”. Una protesta che i manifestanti racchiudono in cinque punti focali. Fra i motivi di dissenso vi sono: “le politiche dell’UE, dell’Italia e della Regione Siciliana che favoriscono la vendita di prodotti non salubri a danno di quelli siciliani; la mancanza di misure concrete a sostegno dell’agricoltura e dell’allevamento, schiacciati da costi di produzione schizzati alle stelle; la svendita dei terreni alle multinazionali dell’energia; l’inserimento di carne sintetica, cibo preparato nei laboratori e di tutti quei prodotti alimentari che, a differenza dei prodotti siciliani, sono nocivi per la salute; lo spopolamento della Sicilia a causa della continua emigrazione di giovani”. 


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