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Palermo, 13 mag. A fare scattare le indagini che oggi hanno fatto luce su una complessa truffa ai danni dell'Inps è stata la segnalazione della moglie di uno dei pensionati raggirati dall'organizzazione, sgominata dai carabinieri di Palermo nell'ambito dell'operazione 'Carambola'. La donna, infatti, si era recata presso l'istituto di previdenza per chiedere spiegazioni sulla mancata emissione della buonuscita del marito. Solo che, invece di rivolgersi al funzionario infedele, Vincenzo Vivoli, 43 anni, finito oggi ai domiciliari, aveva parlato con alcuni suoi colleghi. Questi, insospettiti, hanno dato il via agli accertamenti e hanno presentato una denuncia ai carabinieri. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai sostituti Maurizio Agnello e Luca Mattinieri, hanno consentito di far luce sulle anomalie e portare alla luce il complesso meccanismo della truffa. Raggiri informatici che hanno permesso agli indagati di truffare cinque pensionati per un importo complessivo di 273 mila euro. Dagli accertamenti, però, è emerso che la banda stava trattando altre 11 pratiche per un importo complessivo di 560mila euro. ''La truffa ha spiegato Agueci si basava su un complesso sistema di scatole cinesi. Per cui alcuni prelievi servivano per coprire gli ammanchi precedenti. Un sistema che si autoriproduceva. Si tratta di indagini complesse, perché il denaro transitava su tre conti correnti diversi e l'organizzazione era ben articolata e particolarmente raffinata''.
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