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Paola Perego e il tumore: "Scoperto grazie alla prevenzione"

Paola Perego: «Ho battuto il cancro ad alta voce, senza il test non avrei saputo di essere malata»

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/10-10-2024/paola-perego-e-il-tumore-scoperto-grazie-alla-prevenzione-500.jpg Paola Perego e il tumore: "Scoperto grazie alla prevenzione"


La conduttrice Paola Perego (Monza, 1966) ha recentemente raccontato la sua lotta contro il tumore, scoperto a gennaio scorso. Quanto è rilevante la prevenzione? «Per me è stata sempre fondamentale. Mi fanno rabbia quelli che dicono che non fanno le analisi perché non vogliono sapere. Cosa vuol dire? Non si guarisce da soli. Ritengo che nel 2024 sia un atteggiamento non accettabile. Tante malattie oggi sono diventate curabili, perché vengono prese in tempo». 

«Ogni anno, faccio una sorta di check-up, Dopo un’ecografia addominale, il medico ha detto che c’era qualcosa da approfondire e mi ha invitata a fare una risonanza. Io avrei rimandato ma mio marito Lucio ha insistito perché la facessi subito, dato che eravamo lì».
E quale è stato il risultato?
«Ho scoperto di avere un carcinoma papillare maligno di due centimetri al rene. Saperlo in tempo ha fatto sì che potesse essermi asportata solo una parte del rene».
Come ha reagito alla notizia del tumore?
«La prima reazione è stata di rifiuto totale. Non ci ho creduto. Sembra sempre che il cancro sia una cosa che può accadere solo agli altri, mai a noi. Poi, ho ammortizzato la notizia, raccontandolo a tutti. Quando qualcuno mi chiedeva “Come stai?”, io rispondevo “Ho un cancro”. Avevo bisogno di dirlo ad alta voce».
E gli altri?
«Molti hanno pensato a uno scherzo. Altri cercavano di tranquillizzarmi, dicendo “vedrai che andrà tutto bene”, e io impazzivo, ma cosa ne sai? Oggi che è tutto superato, ci sono amiche che mi insultano perché rispondevo “ho un cancro”. Per molte è stato uno shock. Io, però, non mi rendevo conto».
In famiglia, invece?
«Ai figli ho cercato di dirlo, sdrammatizzando. Hanno comunque avuto molta paura. Anche dopo l’operazione, quando Lucio partiva per lavoro, mia figlia non voleva lasciarmi sola ma non lo diceva, così mi chiedeva se poteva dormire da me, per regalarsi una notte di sonno pieno, senza bambini. Insomma, come se fosse lei ad avere bisogno, non io».

Quando ha preso davvero coscienza dell’accaduto?
«All’operazione, avvenuta circa una settimana dopo la diagnosi, sono arrivata bene. La paura vera è arrivata dopo l’intervento. Lì ho cominciato a elaborare quello che era successo e il timore è tornato forte al momento di programmare il primo controllo. La notte prima non ho dormito. Adesso ho deciso che dopo ogni controllo andato bene, andremo a cena con tutti i figli, in un bel ristorante».
Come è stata l’operazione?
«Dolorosa. Per una settimana dopo, ho avuto bisogno della morfina. Per tornare alla normalità c’è voluto un mese. Lucio è stato sempre al mio fianco, ha capito che avevo bisogno di parlare dell’accaduto».
Ha deciso anche di parlarne pubblicamente.
«Alcuni hanno paura di farlo, io lo faccio serenamente e non cerco scorciatoie. Dico: “Ho avuto il cancro”. Questa, però, è una parola che sembra quasi un tabù. È come se le cose non si potessero chiamare con il loro nome».
Eventi come questo cambiano anche lo sguardo sulla vita. Cosa è mutato in lei?
«Il cancro è una sorta di spartiacque, ti fa vedere le cose in modo diverso, è come se prendessi coscienza della vulnerabilità, della fragilità della vita. Oggi ho voglia di viaggiare, di fare cose, di prendermi tempo per me».
Il lavoro è diventato meno importante?
«Era già successo, a dire il vero. Ho avuto la fortuna di fare televisione negli anni Ottanta e Novanta, ora è tutto diverso. Non devo più fare carriera, non devo dimostrare niente a nessuno, posso fare solo le cose che mi piacciono. Quando lavoro, ovviamente faccio sempre tutto al meglio ma so che la vita è altrove».
Quindi, ora come si apre la sua lista di priorità?
«Voglio vedere posti che non ho visitato. Ho viaggiato tanto, quando ero giovane mi sono concentrata sulle mete lontane, pensando che avrei visitato dopo quelle più vicine. Poi, per lavoro e tante altre cose, non c’è stato modo. Ora sto organizzando una serie di weekend insieme alle mie amiche nelle capitali europee che non ho visitato. La prima sarà Lisbona. Non voglio rimandare più, voglio fare. ho ripreso a lavorare. Ho molte soddisfazioni dalla radio e c’è un progetto televisivo di prima serata».
Intanto, condivide la sua storia per rimarcare l’importanza dei controlli.
«Sono fondamentali. Molti li farebbero ma non ne hanno la possibilità perché la Sanità pubblica ha tempi lunghissimi, magari ti danno l’esame dopo un anno e mezzo. Se fosse successo a me, sarei stata “fregata”, diciamo. Io ho fatto i controlli, pagando, perché potevo permettermelo. La prevenzione, però, dovrebbe essere gratuita per tutti».


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