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Papa Francesco saluta Emma Bonino in dialetto piemontese: "Cerea"

Papa Francesco a casa di Emma Bonino: «L'ho trovata benissimo». Lei: «Enorme sorpresa e graditissima visita»

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Roma - L'impegno per l'Africa uno dei temi che lega due persone molto diverse.
«Una visita di cortesia inaspettata e una piacevole sorpresa». Papa Francesco, che la mattina era uscito dal Vaticano per inaugurare l’anno accademico alla Gregoriana, nel centro di Roma, ha poi fatto una piccola diversione ed è andato a casa di Emma Bonino, dimessa pochi giorni fa dopo dieci giorni di ricovero per problemi respiratori. 

Il pontefice e la storica leader radicale si conoscono da anni, legati al di là delle differenze da una stima reciproca e dall’impegno comune su alcuni temi, dai migranti ai carcerati. All’uscita, gli hanno chiesto come l’avesse trovata e Francesco ha risposto: «Benissimo». Lei ne ha scritto su «X»: «Stamane, con enorme sorpresa e piena di emozione, Sua Santità mi ha fatto una graditissima visita. Di Papa Francesco emerge sempre l’aspetto umano straordinario. Già dai presenti che ha voluto donarmi, un meraviglioso mazzo di rose e dei cioccolatini. Sono rimasta molto colpita dalla forza e comprensione dimostratami già dal suo saluto “cerea” tipico piemontese, per le nostre origini comuni. E avermi detto di essere “un esempio di libertà e resistenza” mi ha riempito di gioia». 

Un po' come “ciao” deriva dal veneziano “sciao” nel senso di “schiavo vostro”, cerea è un saluto alla “signoria”, usato come titolo di rispetto.  

Già nove anni fa, quando Emma Bonino si era ammalata di tumore ai polmoni, Francesco le aveva fatto una sorpresa telefonandole a casa. Lo raccontò lei stessa a Radio Radicale: «Si è informato della mia salute e mi ha incoraggiato a tenere duro, cosa che sto facendo con tutte le mie forze...Mi ha rinnovato l'impegno a tenere duro perché poi l'erba cattiva non muore mai, ma mia mamma diceva che sono un'erba resistente, cattiva no. Abbiamo parlato di migranti, povertà e del Mediterraneo. Ho detto a sua santità che i nostri ragazzi dovrebbero essere accompagnati a visitare qualche bel museo, che pure abbiamo, delle migrazioni italiane, e che rivedrebbero le stesse facce, gli stessi occhi, le stesse speranze e la stessa determinazione». 

Francesco è stato solito citare «tra i grandi dell’Italia di oggi» sia il capo dello Stato emerito, Giorgio Napolitano, che Emma Bonino, «la persona che conosce meglio l’Africa», spiegava il pontefice: «Ha offerto il miglior servizio all’Italia per conoscere l’Africa. Mi dicono: è gente che la pensa in modo molto diverso da noi. Vero, ma pazienza. Bisogna guardare alle persone, a quello che fanno».


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