Cultura Scicli

Perché vogliamo bene a Gerry Scotti?

Perché vogliamo bene a Gerry Scotti? Per quel garbo naturale che ha un solo precedente, in Corrado



Scicli - Il sabato sera il telecomando era puntato stabilmente su Canale 5. Io e le mie sorelle Ezia e Cettina (ci chiamiamo come i nonni, Giuseppe, Ignazia e Concetta) eravamo increduli nell’assistere alla versione televisiva di quello che era stato un grande successo radiofonico: “La Corrida di Corrado”.

Che dei dilettanti allo sbaraglio potessero esibirsi in Tv, in una televisione alternativa a quella di Pippo Baudo, dove tutto era perfetto e impeccabile, ci faceva impazzire dal ridere.

Donne e uomini dello spettacolo improvvisati, approssimativi, buffi, entravano nella nostra casa dandoci gioia e divertimento.

Da cinque anni Gerry Scotti sceglie Scicli, e talora Sampieri, per le proprie vacanze estive. In verità Gerry torna anche in novembre, quando può, per un fugace weekend.

Va al supermercato, fa la spesa, si sottopone al rito dei selfie, ed è sciclitano fra gli sciclitani.

Cosa lo rende uno dei personaggi più amati della Tv?

Il garbo naturale, la delicatezza dei modi, l’ironia sottilissima che passa sempre dal rispetto dell’interlocutore, valorizzato nella sua umanità.

Corrado Mantoni aveva questo tratto: con uno sguardo, con una impassibile mimica facciale, commentava l’esibizione del dilettante allo sbaraglio senza mai deriderlo, ma sempre cogliendo il tratto umano più intimo e fragile del mancato artista.

Così Gerry, al secolo Virginio, già deputato della nostra Repubblica, il cui nome d’arte ricorda quello di un mio amore infantile, Jerry Lewis.
Ma questa è un’altra storia.

La foto di Scotti che interroga Peppe Savà nel commissariato di Montalbano è del 2019, primo anno di vacanza a Scicli. 


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